Il progetto MiRI – Minors’ Right to Information in EU Civil Actions, co-finanziato dall’UE, ha l’obiettivo di condurre un’analisi, in alcuni Stati membri, delle prassi applicative in relazione al diritto della persona di minore età a ricevere adeguate informazioni nel procedimenti civili a carattere transfrontaliero. Tale diritto, invero, costituisce un corollario del diritto all’ascolto del minore, così come consacrato nell’art. 12 della Convenzione di New York del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Prendendo ad esempio l’ordinamento italiano, il diritto del minore a ricevere informazioni non è codificato in via generale dall’ordinamento: le poche disposizioni di legge che interessano la fase di informazione sono quelle dedicate in prima battuta all’ascolto del minore (in particolare, gli artt. 315-bis e 336-bis del codice civile). Inoltre, pur riconoscendo astrattamente l’importanza di fornire al minore adeguate informazioni (in particolare nel contesto di una sua audizione da parte del giudice), gli operatori del diritto mancano di indicazioni specifiche a livello legislativo circa il luogo, il momento, il modo in cui i minori debbano essere informato, su cosa dire loro e su chi debba farlo. Il risultato è che questa fase così cruciale del procedimento è rimessa alla sensibilità del giudice e degli ausiliari dello stesso, nonché in ultima battuta dei genitori. Sembra, pertanto, che il diritto all’informazione in Italia assuma particolare importanza solo nel contesto di un’audizione da parte del giudice. Una considerazione che deve naturalmente essere valutata in modo positivo, ma che d’altra parte dimostra una mancata considerazione del diritto all’informazione considerato nella sua autonomia.

Fino al 31 dicembre 2020, è possibile compilare il questionario, elaborato nel quadro del progetto e rivolto agli operatori del diritto, disponibile in lingua italiana, inglese, spagnola, bulgara, lettone, francese (in fondo alla pagina principale).